Časopis ARS 33 (2000) 1-3

Barbora GLOCKOVÁ

Nástenná výzdoba arcibiskupskej kaplnky v Ostrihome skúmaná v nových vzťahoch k umeniu talianskeho trecenta (alebo riminská maľba v Zaalpí)
[Nuovi riscontri delle pitture murali della cappella arcivescovile di Esztergom con l'arte italiana trecentesca (ovvero la diffusione della pittura riminese nei paesi d'Oltralpe)]
[Wall Paintings of the Archbishopric Chapel in Esztergom Examined in New Connections to the Fourteenth-Century Italian Art (or the Rimini Painting in the Countries North of the Alps)]

(Resumé)

Nel presente studio ho sottoposto ad un esame stilistico le pitture murali della cappella arcivescovile di Esztergom, considerate importanti per l' irradiamento artistico, per la diffusione dell'arte trecentesca italiana in tutto il teritorio dell'Europa Centrale (fino a Niepołomice, in Polonia) e per aver dato una spinta alla produzione pittorica locale. I risultati della ricerca potranno fornire spiegazioni sulle origini degli influssi italiani e indicare alternative per tracciare il percorso di tale diffusione.

La decorazione pittorica fu scoperta negli anni Trenta del XX secolo durante gli scavi archeologici tra le macerie del castello (sulle pareti laterali della cappella sono conservati otto busti di apostoli in cornici lobate e frammenti del ciclo cristologico), e recentemente e stato riconosciuto il suo straordinario posto dal punto di vista stilistico per la sua affinita con l' arte italiana. Il linguaggio pittorico permette di formulare l'ipotesi dell' attribuzione ad un artista italiano (bottega) operoso in Oltralpe. Gli studiosi hanno posto in relazione le pitture o con l'arte toscana (Snieżyńska-Stolot 1978) - e particolarmente con l'opera di Niccolo di Tommaso (Tibor Gerevich 1938, Ferdinando Bologna 1969, Lasló Gerevich 1974) - oppure hanno notato l' affinita delle medesime con l'arte senese e la produzione di Ambrogio Lorenzetti (Mária Prokopp 1967, 1983). Gli studiosi cechi hanno avanzato l' ipotesi di un rapporto con l'arte di Giovanni da Milano (Dvořáková, Krása, Stejskal 1978) oppure hanno ritenuto plausibile la loro derivazione dall'arte toscana mediata attraverso la corte di Napoli (Togner 1988).

Il linguaggio pittorico dell'artista anonimo operante a Esztergom si riconosce dai tratti fisiognomici: l'ovale delicato del viso, gli occhi grandi a mandorla contornati di nero, il naso grosso, la bocca stretta e carnosa, il mento a punta e la forte volumetria dei corpi avvolti nei vestiti con pieghe sottili e fitte, i gesti tranquilli e precisi. (Non e possibile apprezzare pienamente l'abilita pittorica dell'anonimo a causa della distruzione degli strati inferiori della pittura.) I tipi fisiognomici rivelano una strettissima affinita con il repertorio figurativo dell'arte riminese, e in particolare una derivazione morfologica dai personaggi del Giudizio Universale della chiesa di Sant'Agostino, eseguita da Giovanni da Rimini con l'intervento di alcuni collaboratori (Pietro e Francesco da Rimini, Giovanni Baronzio). A Esztergom ritroviamo anche il gesto del palmo della mano semiaperta con il dito mignolo incurvato, caratteristica ricorrente degli artisti riminesi. L'affinita stilistica e rintracciabile nell'impresa di Francesco da Rimini rappresentata negli affreschi del refettorio francescano di Bologna, che rivelano tuttavia un' inclinazione dell'artista riminese verso l'uso di tinte piu dolcemente impastate, di sfumature estremamente morbide ancora estranee al nostro artista. Per lui l'opera di Giovanni resta emblematica, e nel suo linguaggio pittorico non e possibile riscontrare influssi dei seguaci del riminese, né nuove caratteristiche di stile e di tecnica pittorica acquisite in altri ambienti. Le sue pitture murali a Esztergom presentano evidenti richiami all'arte di Giovanni e rendono plausibile l'ipotesi della formazione dell'artista anonimo presso la bottega del maestro riminese.

Cio consentirebbe, sulla base dell'esame stilistico, una sistemazione cronologica entro un arco piu ristretto, nel secondo quarto del XIV secolo: la realizzazione delle pitture avrebbe avuto luogo sotto l'arcivescovado di Csanad Telegdi, quando si era gia stabilizzata anche la situazione politica e consolidato il regno degli Angioini a Buda. In questo periodo fu sempre piu presente l'influsso italiano, anche proveniente dall'Emilia, grazie ai manoscritti delle botteghe bolonesi eseguiti per i committenti ungheresi, spesso chierici che proseguivano i loro studi a Bologna. L'artista italiano operante a Esztergom sarebbe stato chiamato da un personaggio importante (la sua pittura di qualita molto alta esclude l'ipotesi di maestro vagante) e il suo arrivo potrebbe esser stato mediato addirittura dai signori Malatesta, organizzati nella frazione guelfa, protetti dalla curia papale e homines novi degli Angioini di Napoli.